Anna Maria Fundarò ([1954] - 1999)
Nota alla data: [con docc. fino al 2000]Fondo
Metri lineari: 47.0
Consistenza archivistica: 913 unità archivistiche conservate in 334 bb., 228 cartelle, 18 scatole (di cui 15 con nastri audio e 1 musicassetta), 1 cassetta, 56 tubi, 137 scatole, 11 buste e 64 cartelle per documenti fotografici, 17 album, 3 pannelli, 9 modelli, 1 videocassetta
L’archivio contiene la documentazione prodotta da Anna Maria Fundarò durante la sua attività lavorativa svolta come architetto professionista, come studiosa e come docente universitario di “Disegno industriale” presso l’Università degli Studi di Palermo, a partire dalla formazione accademica (1954−1960) fino agli ultimi anni di attività (1998−1999).
Dallo studio delle carte emerge una professionista volitiva e dalla forte personalità, in grado di centrare tutto il suo impegno su ampie tematiche di studio e di moltiplicare la diffusione dei risultati tramite convegni, mostre, articoli, pubblicazioni monografiche, interviste.
La sua attività progettuale spazia dalla progettazione a scala urbana (AUPA, Le quattro piazzette) a quello del progetto di architettura, sia esso di nuova edificazione (Casa Pensabene a Partanna Mondello, Casa Damiani Fundarò a Partanna), che di riuso e trasformazione di un'architettura preesistente (Casa Benenati ad Alcamo, Progetto di recupero ex deposito locomotive di S. Erasmo in via Messina marine) al progetto di design (Absolut glass design, lo Scarabattolo, "Idola" per Abitare il tempo Verona 1986).
Quella didattica e di ricerca si distingue per la metodologia con la quale affronta qualsiasi tematica legata alla sua disciplina, che si basa su un'indagine sistematica dello stato dell'arte per suscitare valide proposte di innovazione concettuale e progettuale (design per lo sviluppo), avvalendosi anche dell'apporto didattico dei maestri del design italiani e stranieri. Con la possibilità offerta dal Ministero arruola professori a contratto, organizza cicli di conferenze e seminari tenuti dagli esponenti del design italiano come Ettore Sottsass e Andrea Branzi). Perciò, negli anni '80, la facoltà di Architettura di Palermo diventa un centro di attrazione per l'insegnamento del Design, si avvicendano figure diverse, come Alessandro Mendini, Paolo Deganello, Ugo La Pietra, Giotto Stoppino, Clino Castelli, Denis Santachiara, Andrea Branzi, Ettore Sottsass.
Inoltre, grazie al suo metodo didattico, dalla metà degli anni '70 e per un ventennio, lo studio sul passato della produzione artigianale e industriale siciliana si trasforma in volano per lo svolgimento di numerose attività di progettazione (laboratori, concorsi di progettazione) e divulgazione (mostre, convegni, articoli).
La struttura del fondo si articola in 18 serie e 2 sezioni costituite dagli schedari e da una collezione di manifesti e locandine.
Il fondo comprende 3509 documenti grafici, 15927 documenti fotografici, 16 documenti sonori, 9 documenti tridimensionali (modelli).
Storia archivistica:
La storia della formazione dell’archivio di Anna Maria Fundarò è legata alle vicende personali della sua vita; gli spostamenti del complesso documentario in formazione, dunque, ripercorrono alcune fasi della sua attività umana e professionale.
Dopo la laurea, nel 1960, apre uno studio nello stesso immobile dell’abitazione di famiglia, sito in Palermo, via Costantino Nigra 25, insieme alla collega arch. Erminia Manno. Dopo il matrimonio avvenuto nel 1963, si stabilisce in via P.pe di Belmonte 90, nella casa appartenuta all’arch. Giuseppe Damiani Almeyda, e trasferisce lo studio in uno degli ambienti della casa di abitazione, insieme all’architetto Erminia Manno. In seguito, le due professioniste trasferiscono il loro studio in via Arcangelo Leanti, fino a quando, l’arch. Fundarò, separatasi dalla collega, apre un suo studio in via XII Gennaio 1G. Questa rimarrà la sede dell’archivio, fino al mese di aprile del 2018, quando viene trasferito in un’immobile dedicato agli archivi della famiglia Damiani-Mancinelli-Fundarò, sito in via Principe di Scordia n. 30.
L’archivio è stato dichiarato di interesse culturale con decreto n. 110 del 30 novembre 2020.
Dal 2017 l’archivio è stato inserito in un progetto di riordinamento più ampio che ha coinvolto gli archivi di alcune donne architetto, docenti presso l’Università degli Studi di Palermo, oltre Anna Maria Fundarò, Tilde Marra, Luciana Natoli e Alba Gulì. Il lavoro di riordinamento dell’archivio Anna Maria Fundarò si è concluso nel mese di novembre 2024.
Nota dell'archivista:
Stato di fatto
Le carte dell’archivio Anna Maria Fundarò originariamente conservate nello studio Fundarò sito in via XII Gennaio 1 G, sono state trovate senza alcun ordine. I documenti testuali e quelli fotografici occupavano in massima parte librerie e mobili contenitore in legno o metallo, uno schedario metallico ospitava numerosi fascicoli con documenti testuali e fotografici, i documenti grafici erano, in parte, collocati dentro cassettiere metalliche, in parte, su scaffalature metalliche.
I documenti testuali si presentavano in gran parte condizionati all’interno di faldoni, altra documentazione era conservata all’interno di fascicoli sciolti, infine erano presenti anche carte sciolte senza alcun tipo di condizionamento.
I documenti fotografici, costituiti da stampe fotografiche, pellicole piane in negativo, negativi e diapositive, erano in parte conservati nei faldoni insieme ai documenti relativi ad una unità, una gran parte invece si trovava raccolto in un luogo separato dal resto della documentazione e condizionato all’interno di scatole di cartone o plastica.
I documenti grafici erano in parte disposti in piano sciolti all’interno di cassettiere e in parte arrotolati e condizionati all’interno di buste di plastica trasparente.
Intervento archivistico
Schedatura
La prima fase dell’intervento archivistico, protrattasi per lungo tempo data la consistenza della produzione documentaria conservata, ha riguardato la schedatura informatizzata dei documenti testuali, grafici, fotografici, e si è estesa anche ai documenti tridimensionali (modelli) presenti in archivio e riferibili ad alcuni progetti di design. A tal proposito dapprima è stata realizzata una tabella di rilevazione con un foglio elettronico, formata dai campi di informazione essenziali alla schedatura archivistica: collocazione, n. pezzo, ambito di attività, serie, sottoserie, contenuto, data iniziale, data finale, consistenza, note, data rilevazione. Successivamente le schede sono state implementate nel programma di descrizione archivistica adottato (Archimista 3.1.1).
Nel corso di questo primo intervento è stato possibile rilevare il generale stato di disordine e disgregazione delle unità, poche si presentavano raccolte tematicamente all’interno di unità di condizionamento, ma dislocate in parti diverse dell’archivio, e, quindi, fisicamente distanti, solo alcune unità e tutte relative ad una sottoserie si presentavano in parte organizzate secondo un criterio logico e cronologico (sottoserie 10.3 Contributi per la ricerca).
Per ogni pezzo esaminato si è ipotizzata una prima classificazione dei documenti, a partire dagli ambiti alti di appartenenza, individuati sulla base dello studio del soggetto produttore e del contesto in cui operava, fino ai livelli inferiori di serie e sottoserie.
Col supporto del programma Archimista si è proceduto quindi all’impostazione della struttura d’archivio ipotizzata, dal livello più alto “complesso archivistico” a quelli successivi di “serie” e “sottoserie”, per ciascun livello sono stati compilati i campi minimi di informazione: denominazione, estremi cronologici, consistenza, contenuto. In particolare, nel contenuto sono state fornite informazioni descrittive della documentazione raccolta, il contesto nel quale si è formata in relazione alla vita del soggetto produttore e infine la tipologia documentaria conservata.
Nel corso della schedatura, inoltre, i documenti sono stati liberati da residui
di materiali deteriorati e dannosi (elastici, fermagli metallici), i documenti sciolti sono stati protetti con unità di condizionamento provvisorie.
Nel prosieguo delle operazioni di schedatura, mentre si consolidavano le conoscenze del patrimonio documentario conservato, si è provveduto a verificare e approfondire quanto era stato rilevato nelle schede descrittive precedentemente compilate. Implementata la tabella di rilevazione, è stato avviato il processo di reperimento delle varie parti (pezzi) delle unità archivistiche disseminate nell’archivio (identificazione del vincolo naturale e originario). È stato attribuito un medesimo titolo a ciascun pezzo appartenente ad una stessa unità; ciò ha consentito di ricostituirla virtualmente con l’ausilio delle funzioni del foglio elettronico, grazie ad un sistema di selezione dei pezzi relativi all’unità. Sono state quindi redatte le schede unità all’interno del programma Archimista. Nella scheda unità sono stati implementati i campi di informazione essenziali, in particolare, nel campo contenuto, ove possibile, è stata inserita una breve descrizione introduttiva all’unità, così come è stato fatto anche ai livelli più alti di serie e sottoserie. Tale operazione ha contribuito a chiarire meglio lo sviluppo logico e cronologico dell’unità e ad avviare le riflessioni sulla successiva fase di riordinamento.
È necessario scrivere una breve notazione sul materiale fotografico che originariamente era raccolto in un luogo separato dal resto della documentazione. La maggior parte di questa documentazione è stata identificata e inserita nell’unità di riferimento.
Dalla schedatura, inoltre, è emerso che alcuni documenti non risultavano ascrivibili alle unità archivistiche individuate, ma piuttosto che erano stati realizzati nel corso di campagne fotografiche successive alla realizzazione dei soggetti e degli eventi ripresi, per documentare ricerche o progetti svolti in passato, per illustrare e divulgare il proprio lavoro con pubblicazioni e articoli o in convegni, mostre, o ancora per farlo oggetto di lezioni. Tale documentazione residua e riconducibile ad una sezione esclusivamente fotografica non è stata oggetto di questo intervento.
Riordinamento
Terminata la schedatura, e dopo aver identificato e ricostituito le unità archivistiche, è stato possibile consolidare la struttura archivistica ipotizzata con l’ausilio di Archimista.
Sono state avviate le operazioni di riordinamento virtuale, riferendo le unità alle serie e sottoserie individuate, ordinandole cronologicamente nel livello di pertinenza, e procedendo quindi al riordinamento cronologico anche dei livelli alti. Contestualmente è stata eseguita l’indicizzazione dei nomi, degli enti e dei luoghi rilevati. Dal riordinamento è emersa una struttura che si articola in serie e sottoserie arricchita da due sezioni costituite da alcuni schedari e repertori e da una raccolta di manifesti e locandine.
Si è proceduto infine al riordinamento fisico delle unità e all’attribuzione della segnatura definitiva.
Segnatura
La segnatura definitiva è composta da una sequenza alfanumerica che riporta l’acronimo del soggetto produttore, il numero identificativo della serie e delle eventuali sottoserie, separate da un punto, il nome della serie o sottoserie, il numero progressivo dell’unità archivistica, come nei seguenti esempi:
AMF 7. Consulenze 5 (acronimo del soggetto produttore, numero della serie, nome identificativo della serie, numero progressivo dell’unità archivistica);
AMF 9.3 Restauro e trasformazione 9 (acronimo del soggetto produttore, numero della serie, numero della sottoserie, nome identificativo della sottoserie, numero progressivo dell’unità archivistica).
Condizionamento
La maggior parte delle unità archivistiche sono state condizionate all’interno di nuovi contenitori: buste contenitore e fascicoli (documenti testuali), cartelle (documenti grafici, o fotografici), portarotoli di cartoncino o plastica (documenti grafici), scatole, scatole porta diapositive e buste per documenti fotografici, cassette.
In un archivio di architettura, data l’eterogeneità della documentazione pertinente all’unità, sia per il supporto che, di conseguenza, per il condizionamento, è stato necessario indicare nella scheda unità archivistica implementata su Archimista, tutte le unità di condizionamento in cui è conservata l’unità, utilizzando prevalentemente i seguenti acronimi o abbreviazioni:
B = busta contenitore; BB = buste contenitori
C = cartella; CC = cartelle
T = tubo; TT = tubi
S = scatola; SS = scatole
S fot = scatola per documenti fotografici; SS fot. = scatole per documenti fotografici
Busta fot = busta per documenti fotografici
M = modello; MM = modelli
P = pannello
Si riportano alcuni casi esemplificativi con l’indicazione delle unità di condizionamento:
- B 146, C 66, T 45 (l’unità archivistica è composta dalla busta 146, dalla cartella &&, dal tubo 45);
- B 92/9, T 25/2-3 (l’unità è composta dal nono fascicolo della busta 92, dal secondo e terzo rotolo del tubo 25);
- BB 131-139, TT 40-42, C 63, SS fot 49-53, buste fot 3-4, Album 9-10 (l’unità archivistica è composta dalle buste 131-139, dai tubi 40-42, dalla cartella 63, dalle scatole per documenti fotografici 54-58, dall’album 11).
Etichettatura
Sulle unità di condizionamento utilizzate è stata apposta un’etichetta adesiva sulla quale sono riportati la denominazione del fondo, l’acronimo del contenitore, il numero progressivo dell’unità di condizionamento (numero di corda), l’acronimo e il numero identificativo del livello archivistico, l’acronimo e il numero identificativo dell’unità contenuta.
Es:
Anna Maria Fundarò
B 92
S 9.1 U 47-56, 58
T 25
S 9.1 U 53, 55-56, 59
Sui fascicoli e sui rotoli l’etichetta riporta la denominazione del fondo, il numero identificativo del livello archivistico e la denominazione, il titolo dell’unità, gli estremi cronologici, la segnatura.
Es:
Anna Maria Fundarò
10.1 Progetti di ricerca
Il patio nell’abitazione mediterranea
1962 – 1963
AMF 10.1 Progetti di ricerca 2.
Redazione dell’inventario
È stato compilato l’inventario analitico che descrive l’archivio sulla base dell’intervento eseguito, al fine di facilitarne l’accesso e di agevolare la consultazione della documentazione.
Lingua della documentazione:
- ita
- eng
Condizione di accesso:
accessibile previa autorizzazione
Note alla condizione di accesso:
L’archivio è accessibile da lun. a ven., previo nulla osta della Soprintendenza archivistica per la Sicilia, e successivo appuntamento da concordare via e-mail: damianigo32@gmail.com.
Condizione di riproduzione:
consentita per uso studio
Note alla condizione di riproduzione:
La riproduzione è consentita per uso studio e pubblicazione a carattere scientifico, deve essere oggetto di richiesta tramite apposito modulo, è consentita per un numero limitato di documenti e non può riguardare l’intera unità archivistica.
Stato di conservazione:
buono
Soggetti conservatori
Soggetti produttori
- Fundarò, Anna Maria 1936 ottobre 24 - 1999 novembre 30
Progetti
Compilatori
- Antonia D'Antoni (archivista)
Link risorsa: http://www.archiviodamiani.it/fonds/1130